Raccontaci qualcosa di te. Chi sei? Cosa fai?

Mi chiamo Lucien Haba. Sono originario della Guinea e sono arrivato in Italia nel 2017.

Per vari motivi familiari ho lasciato il mio Paese e oggi, dopo un viaggio molto difficile, vivo in Puglia, a Bari. Da quando sono arrivato in Italia ho seguito dei percorsi di integrazione per comprendere la cultura italiana, imparare la lingua e capire cosa fare e come farlo. Ho partecipato a un progetto del comune che si chiama Famiglie senza confini, con il quale ho avuto la fortuna di essere parte di una famiglia italiana, che mi ha molto ispirato e ha accolto con gioia il mio desiderio di studiare. Mi sono diplomato in Italia in enogastronomia in un Istituto alberghiero con la votazione di 88 e questo mi ha reso molto felice. Poi la scelta dell’università e oggi studente di scienze politiche e relazioni internazionali, oltre che lavoratore tra una caffetteria della città e collaborazioni come interprete e mediatore.

Perché hai deciso di studiare scienze politiche all’università?

All’inizio volevo fare giurisprudenza. In tantissime situazioni prendevo la parola sia per  me stesso sia per gli altri e questo mi ha aiutato a conoscere moltissime cose, facendomi domande e trovando risposte. Mi mettevo sempre avanti per difendere gli altri, sia i miei amici che i tanti cittadini stranieri qui a Bari. Pian piano tutti quelli che mi conoscevano, iniziavano a chiamarmi “Avvocato”.

Ho pensato per tanto tempo di scegliere la strada di giurisprudenza ma le leggi in Italia non mi avrebbero permesso di accedere a concorsi di mio interesse non essendo cittadino italiano. E allora ho deciso di scegliere Scienze Politiche, considerate le tante materie simili e il diritto.

Sono sempre stato dalla parte del popolo. Sono sempre stato uno del popolo e lo studio del diritto e le esperienze con l’università mi permettono di conoscere e difendere i diritti degli altri, il diritto di tutti gli esseri umani a una vita dignitosa.

Il tuo impegno a difendere i diritti dei cittadini stranieri va oltre l’università e gli studi?

Ho scelto di creare degli spazi digitali usando i social per raggiungere più persone, non solo a Bari. Ho aperto da poco la mia seconda pagina Facebook e sono molto seguito su Instagram.

Con dei brevi video racconto e condivido le mie riflessioni sul tema migrazione e diritti umani perché purtroppo, secondo me, in Italia questo tema è ancora affrontato male e non si racconta tutto.

Cerco di dare una fotografia di quello che succede attorno a noi, condivido i miei pensieri su tante tematiche come il sistema d’accoglienza in Italia e le sue criticità, la sanatoria nel Paese, l’importanza di studiare per affrontare i problemi del mercato del lavoro e dell’integrazione nella società italiana.

Mi rivolgo a giovani come me ma anche agli adulti, africani e non. Racconto anche quel che accade in Siria o in Palestina ad esempio.

Spero con la mia presenza online di  essere un esempio e di poter stimolare delle riflessioni in chi mi segue. A volte penso che  proporre delle strategie e invitare a una partecipazione attiva non è sempre così facile però mi piace continuare a dare la mia interpretazione e il mio punto di vista per contribuire a nuovi confronti, scambi e proporre soluzioni migliori.

Come possiamo facilitare l’inclusione delle persone straniere in Italia secondo te?

La lingua italiana è alla base. Importantissimi anche la partecipazione dei cittadini stranieri nella quotidianità dei Paesi d’accoglienza. Bisognerebbe lavorare meglio nelle realtà accoglienti trattando alla pari le persone. Credo che sarebbe fondamentale fare più colloqui e chiedere ai nuovi arrivati “Tu che esperienza lavorativa hai? Cosa hai fatto nel tuo Paese? Cosa sai fare?”. Da lì, investire tanto anche nella formazione, nella conoscenza e nei titoli che servono in questo Paese per accedere a servizi migliori. Ha poco senso conoscere la lingua italiana ma non sapere nulla della società che ti accoglie, dei tuoi doveri e dei tuoi diritti.

Io vivo ancora come uno straniero in Italia, ma vivo in mezzo alla gente, mi sento uno di loro e sono uno di loro. La paura in certe situazioni c’è sempre ma la motivazione deve essere più forte. Nel corso degli anni qui, mi sono accorto che spesso le persone straniere vivono con dei blocchi importanti e non sanno come superarli. Ti parlo dei sistemi d’accoglienza perché li ho vissuti sulla mia pelle e fino a quando la migrazione sarà gestita così, continueranno a mancare politiche d’integrazione che funzionino nel lungo periodo.

Ci sono dei modi per superare queste problematiche Il primo è che non puoi aspettare che gli altri vengano da te a dirti “Devi fare questo e poi devi fare quello” perché perderesti un sacco di tempo. Studia la lingua italiana, è fondamentale ma poi, cercando un lavoro e pensando alla documentazione, non abbandonare mai gli studi. Impara la lingua come strumento per conoscere cosa ti serve nel Paese, quali sono le tue vere possibilità. Lavora su te stesso!