Buongiorno Yonas e grazie per condividere con noi la tua storia. Vuoi raccontarci perché hai scelto di partecipare al progetto Refugee Integration Trough Care of Creation prima e a Green Refugee- Tackling Environmental Racism in an Urban environment trough Refugee Empowerment dopo?
Buongiorno e grazie per l’opportunità di condividere la mia storia.
La mia scelta di partecipare ai due progetti è legata a riflessioni e sfide che ho dovuto affrontare nel mio percorso qui in Italia. Ho sempre pensato che queste occasioni mi avrebbero aiutato a sentirmi parte di una comunità, conoscere nuova gente, parlare con altre persone e condividere con loro le mie difficoltà.
Insieme si è più forti, soprattutto se condividi questi percorsi con chi, come te, è alla ricerca di una nuova casa e sente di dover trovare ancora il suo posto.
Dopo il primo anno insieme ai tanti volontari, ho ricevuto nuove possibilità, tra cui un nuovo lavoro, e per questo oggi sono felice di riprendere le attività di pulizia e cura dell’ambiente tra le strade della mia città, Roma.
In che modo questa esperienza ha influenzato la tua vita?
Queste esperienze sono state molto importanti per me.
Fare delle ore di volontariato è stato un modo per conoscere alcune zone della città: nuove persone, nuovi spazi, nuove storie. Oltre alle nuove amicizie, partecipare a queste uscite ha creato un senso di gruppo e di solidarietà tra me e gli altri. Ogni settimana sapevi che c’era qualcuno lì ad aspettarti e che, insieme, potevate fare qualcosa per te e per la comunità tutta.
Mantenere l’ambiente e la città curati è molto importante e tutti noi, con piccole azioni quotidiane, possiamo fare qualcosa. Sono stato felice perché, grazie a queste esperienze, ho trovato lavoro come manutentore del verde qui a Roma.
Oggi mi sento un esempio e posso dire che queste iniziative arricchiscono la tua vita, ma offrono anche opportunità concrete.
Tra le varie uscite, c’è un momento particolare o un’esperienza significativa che vuoi raccontarci?
Sì, sicuramente. Mi è piaciuto molto lavorare insieme a cittadini provenienti da paesi diversi perché questo ha creato un ambiente di collaborazione unico, dove abbiamo imparato gli uni dagli altri in modi diversi. Vivere questi momenti di collaborazione è stata un’esperienza incredibilmente arricchente. Abbiamo condiviso tradizioni, punti di vista e costruito legami che vanno oltre le varie differenze.
Un altro momento importante è stato quando ho scoperto e imparato a utilizzare nuovi mezzi di lavoro. Questo non solo ha rappresentato una crescita personale, ma è stato decisivo per il mio nuovo lavoro.
Cosa consiglieresti ad altri giovani qui a Roma che vorrebbero unirsi alle attività per le strade e i parchi della città?
Vivo in un campo profughi da più di 15 anni, e ho imparato che spesso i problemi possono essere risolti attraverso la condivisione con gli altri. Molte sfide possono essere superate in gruppo.
Ad esempio, in occasione delle uscite con altri volontari, ho visto che in diversi momenti alcune persone affrontano problemi parlandone, confrontandosi e facendo squadra con gli altri. Tante volte la gente cerca soluzioni da sola e spesso si arrende, smette di frequentare un posto o un corso. Perde la speranza.
Il mio consiglio è quindi di credere nella forza del gruppo e della collaborazione.