Raccontaci qualcosa di te
Mi chiamo Abdoul Ahad Penn. Sono senegalese e vivo in Italia dal 2006.
Oggi sono magazziniere presso il Conad di Fontanelle e sindacalista, ormai da circa dieci anni, delle Filt-Cgil di Pisa. Mi impegno a tutelare i diritti dei cittadini e dei lavoratori senegalesi, e non solo.
Sono a capo dell’associazione Teranga di Montopoli e da qualche mese sono stato eletto Presidente della CASTO, Centro di coordinato dei senegalesi in Toscana che raccoglie 17 associazioni senegalesi sparse per la regione.
Ho scelto di impegnarmi perché voglio accompagnare i miei connazionali nella costruzione della loro vita in Italia, creando un ambiente che possa essere per loro uno spazio di fiducia. Molti non conoscono i loro diritti, non sanno utilizzare bene Internet e non riconoscono la documentazione che può tornare utile per un lavoro, per un rinnovo del proprio documento o per l’iscrizione dei propri figli a scuola.
Come Presidente e come sindacalista tra CASTO e CGIL, quali sono quindi le attività che portate avanti qui in Toscana?
Il mio lavoro nel sindacato mi ha aiutato tantissimo e mi ha formato. Oggi riesco a dare utili suggerimenti a chi ha bisogno. Purtroppo prendere un appuntamento al sindacato è alle volte molto difficile. Qui i sindacalisti sono pieni di impegni: troppe richieste e tempi lunghissimi.
Con Casto facciamo il possibile, insieme ai Presidenti e ai rappresentanti delle diverse realtà senegalesi, per mettere insieme le forze e proporre servizi nuovi a supporto di chi ha bisogno: momenti di informazione e formazione, percorsi di orientamento per il mondo del lavoro, ma soprattutto offriamo informazioni a chi non sa bene cosa fare o dove chiedere una mano.
Come Presidente cerco di coordinare le esigenze di tutti e il lavoro di ogni associazione. Siamo una squadra e abbiamo obiettivi comuni sia in Italia che nella cooperazione internazionale.
Quali sono oggi le più grandi difficoltà dei senegalesi in Italia, secondo te?.
Chi vive nell’ombra, senza documenti e senza alcun riconoscimento. Ci sono tante persone che rischiano di non avere una casa o un lavoro. C’è anche chi non sa cosa sia un codice fiscale o la tessera sanitaria e chi non riesce a seguire da solo le procedure online per richiedere il rinnovo del suo documento. Al momento, a casa, ho delle pratiche relative ad alcuni permessi di soggiorno da rinnovare, a ridosso delle scadenze, di alcuni cittadini che da soli non saprebbero come fare.
Problematica è anche la situazione di tante donne senegalesi che spesso si ritrovano a lavorare a paghe bassissime in alcuni hotel o in servizi di pulizia.
Preoccupanti i giovani che abbandonano la scuola alla ricerca di un lavoro. Ho notato che tanti ragazzi tra i 17 e 19 anni cercano lavoro e decidono di terminare gli studi. Con le associazioni ci stiamo impegnando in attività di sensibilizzazione per loro e per le loro famiglie, facendo conoscere anche centri per l’impiego o spazi dove poter fare formazione.
Sempre sul fronte scuola, tanti bambini arrivati qui da piccoli hanno problemi con la lingua e si ritrovano catapultati in contesti diversi da quello senegalese. Molti genitori non hanno frequentato le scuole e per loro diventa difficile accompagnare i figli in questo percorso. Con CASTO stiamo pensando a dei corsi di dopo scuola in collaborazione con volontari ed enti locali.
I problemi sono parecchi e questi sono forse quelli più evidenti ma senza questi servizi, come si fa?
C’è qualcuno che vi supporta qui in Italia nelle vostre iniziative o resta un lavoro “tutto senegalese”?
A livello locale sono felice di dire che tante iniziative che impegnano le associazioni senegalesi hanno la collaborazione di altre realtà locali, della Regione Toscana o dei singoli comuni.
Abbiamo costruito e stiamo costruendo una buona rete di contatti perché crediamo che solo insieme, collaborando, i nostri lavori possano essere soddisfacenti.
Il fatto che ci sia poco accesso alle informazioni, o che queste siano spesso in italiano e in lunghi testi però complica le cose. Da soli è difficile!
In prima persona cerco di divulgare video informativi in wolof, lingua parlata in Senegal, o in francese. Ho infatti apprezzato parecchio i contenuti multilingue di ItaliaHello e così ci impegniamo a diffondere anche i vostri testi in francese a chi ci chiede informazioni.
Da ultimo, nel mese di giugno, abbiamo in programma una giornata in collaborazioni con tante realtà qui in Toscana per discutere insieme sui problemi che interessano i cittadini senegalesi e sulle possibili iniziative da proporre per rispondere al meglio a queste sfide!