Ne abbiamo parlato con Kwanza Musi Dos Santos. Attivista e co-fondatrice dell’Associazione QuestaèRoma, che ci ha presentato la piattaforma “IL MIO VOTO VALE” pensata per tutte le persone nate e cresciute in Italia (o che vi risiedono regolarmente), e che contribuiscono alla vita economica e sociale del Paese, ma ancora escluse dal diritto di voto.
Raccontaci di te. Da dove nasce la tua militanza?
Sono italo-brasiliana con cittadinanza italiana. Sono cresciuta in un quartiere multietnico di Roma tra ragazze e ragazzi con provenienze e Paesi d’origine differenti. A 18 anni mi sono accorta di quei grossi divari che esistevano tra me e loro.
Mi ripetevo: “Cosa ho fatto io per meritare la cittadinanza rispetto a loro? Nulla!”.
Ho iniziato quindi a raccogliere informazioni, a proporre soluzioni e a chiedere risposte. Ho scoperto l’esistenza di questa legge allucinante del 1992 sulla cittadinanza e ho così deciso di dedicarmi alla militanza, incontrando tante altre persone che condividono le mie stesse battaglie. Nel 2013 abbiamo fondato l’associazione QuestaèRoma con la quale da nove anni organizziamo eventi, iniziative, dibattiti e cineforum per sensibilizzare e informare. Da poco, con altre organizzazioni che negli anni si sono occupate del tema, abbiamo lanciato anche la campagna Dalla parte giusta della storia.
Cosa vuol dire essere cittadini italiani senza cittadinanza?
Parliamo di persone con età diverse, nate in città italiane o all’estero ma cresciute in Italia senza ancora un documento che possa testimoniare il loro “essere cittadini italiani”. La maggioranza frequenta ancora la scuola pubblica italiana, altri l’Università e altri ancora lavorano. Parliamo di figli di un Paese che non li riconosce ancora come tali e molte di queste persone sono ancora considerate “straniere”. Parliamo di persone che non possono ancora accedere ai concorsi pubblici o, in base al Paese d’origine, partecipare a uno scambio o a un Erasmus come i colleghi europei.
In vista di queste elezioni quali sono gli obiettivi della vostra Campagna Il mio voto vale?
Questa campagna nasce dentro la Campagna Dalla parte giusta della storia. Parliamo di una piattaforma online che abbiamo creato due anni fa per far votare tutte le persone che non hanno possibilità di farlo perché prive di cittadinanza italiana, dando la dimostrazione che votare online è possibile. Inoltre, grazie a una collaborazione con The Good Lobby, da questa terza edizione sarà possibile votare anche per i fuorisede, un altro grande gruppo di elettori escluso dal sistema attuale.
Vogliamo anche avere alla mano strumenti per poter confrontare il risultato dei voti conteggiati e quelli da noi raccolti per capire se e come il risultato finale possa cambiare.
Accompagneremo la Campagna con piccoli flash mob in varie città italiane in cui porteremo una cabina elettorale “portatile” con l’urna per far votare le persone attraverso un QR code da scannerizzare con il loro cellulare. In questi giorni siamo stati a Roma e adesso ci stiamo spostando tra Torino, Milano, Palermo, Bari e Genova.
L’approccio della società italiana sul tema è cambiato negli ultimi anni secondo te?
No e non ho molte speranze per il futuro. Più volte ci siamo ritrovati molto vicini alla promozione e alla speranza di ottenere un cambiamento. Da anni portiamo avanti le stesse battaglie ma, d’altro canto, sentiamo parlare di identità italiana, minacce e allarmismo. Se ci pensi, la battaglia del voto è ridicola. Non devo dimostrare di essere cittadino per decidere chi governerà su di me nei prossimi cinque anni dal momento che io vivo e lavoro stabilmente qui da molto più tempo e faccio parte del tessuto sociale di questo Paese, in cui ripeto lavoro stabilmente. Non devo dimostrare di essere italiano per decidere chi decide su di me.